Il nostro Paese, negli ultimi dieci anni, ha registrato un progressivo cambiamento dei comportamenti di consumo di alcol, appare infatti sempre meno diffuso il tradizionale modello di consumo basato sull’assunzione quotidiana di vino durante i pasti che tuttavia persiste nella popolazione adulta e anziana, mentre si consolida il consumo occasionale e al di fuori dei pasti. Continua ad essere una criticità il fenomeno del binge drinking soprattutto nella popolazione più giovane (RELAZIONE DEL MINISTRO DELLA SALUTE AL PARLAMENTO SUGLI INTERVENTI REALIZZATI AI SENSI DELLA LEGGE 30.3.2001 N. 125 “LEGGE QUADRO IN MATERIA DI ALCOL E PROBLEMI ALCOL CORRELATI”).

E’ stato pubblicato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità il nuovo Rapporto “Global Status on alcohol and health” che analizza i dati disponibili sul consumo, le conseguenze e gli interventi politici a livello mondiale, nazionale e regionale in oltre 100 Paesi. Un fenomeno che ormai desta preoccupazione, soprattutto per i più giovani, è il cosìddetto binge drinking, che comporta l’assunzione di numerose unità alcoliche al di fuori dei pasti in un breve arco di tempo, con gravi rischi per la salute e la sicurezza non solo del singolo bevitore ma anche dell’intera società.
Al fine di prevenire nella popolazione italiana l’esposizione a rischi per la salute del singolo bevitore e per la sicurezza sociale, soprattutto in relazione agli incidenti stradali, agli incidenti sul lavoro e alle violenze di vario genere, è molto importante monitorare attentamente i comportamenti di consumo a rischio e quindi individuare interventi di Sanità Pubblica mirati al loro contenimento.

Il “Global status report on alcohol and health 2014” ovvero “Rapporto Globale su alcol e salute 2014″ dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato il 12 maggio 2014, fornisce un profilo nazionale sul consumo di alcol in 194 Stati membri della OMS, sull’impatto sulla salute pubblica e IV suggerisce le scelte politiche che devono essere perseguite. Il rapporto enuncia che nel 2012 l’uso di alcol ha causato nel mondo 3,3 milioni di morti ovvero il 5,9% di tutti i decessi nonché il 5,1% degli anni di vita persi a causa di malattia, disabilità o morte prematura (Disability Adjusted Life Years, DALYs) attribuibili all’alcol. La Regione Europea risulta essere l’area del mondo con i più alti livelli di consumo di alcol e di danni alcol correlati. Il consumo alcolico dei giovani deve essere monitorato con particolare attenzione in quanto può comportare non solo conseguenze patologiche molto gravi quali l’intossicazione acuta alcolica e l’alcoldipendenza, ma anche problemi sul piano psicologico e sociale, influenzando negativamente lo sviluppo cognitivo ed emotivo, peggiorando le performances scolastiche, favorendo aggressività e violenza.

Per prevenire tali conseguenze è necessario rafforzare nei giovani la capacità di fronteggiare le pressioni sociali al bere operando in contesti significativi quali la scuola, i luoghi del divertimento, della socializzazione e dello sport. Inoltre per i giovani che manifestano comportamenti di grave abuso è necessario prevedere efficaci azioni di intercettazione precoce e di counseling per la motivazione al cambiamento, con eventuale avvio ad appropriati interventi di sostegno per il mantenimento della sobrietà. Per la protezione dei giovani appare importante anche la collaborazione dei settori della distribuzione e vendita di bevande alcoliche, che devono essere opportunamente sensibilizzati sulla particolare responsabilità del proprio ruolo anche ai fini di una corretta applicazione del divieto di somministrazione e vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni, recentemente introdotto con la legge 8.11.2012 n. 189.
Il programma governativo “Guadagnare Salute” punta su un approccio intersettoriale e sull’avvio di una “politica delle alleanze” tra soggetti portatori di interesse e diversi settori della società secondo i principi della “Health in all policies”, ciò ha permesso di poter interagire anche con i settori della produzione e distribuzione delle bevande alcoliche, consentendo la realizzazione di interessanti interventi volti a fornire informazioni corrette sul consumo di alcol alla popolazione in generale ed ai giovani in particolare.

Inoltre, il programma nazionale “Guadagnare Salute” ha sempre avuto una grande attenzione alla fascia di popolazione più giovane, soprattutto con il coinvolgimento degli istituti scolastici. Grazie al lavoro di sensibilizzazione attuato nel tempo presso le scuole si è giunti a prevedere nei programmi scolastici sempre più frequentemente interventi per la promozione della salute che trattano temi relativi ai rischi dell’alcol, con il coinvolgimento spesso non solo dei giovani studenti ma anche dei loro genitori, il cui modello di consumo ha una sicura influenza sul consumo alcolico dei figli. Il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018 rinnova l’attenzione focalizzata alla prevenzione delle malattie cronico-degenerative che spesso hanno in comune alcuni fattori di rischio in gran parte correlati a comportamenti individuali non salutari tuttavia modificabili come abuso di alcol. Le strategie individuate sono essenzialmente focalizzate sulla potenzialità delle capacità personali (ad esempio competenze socio-emotive e relazionali) e su azioni di conferma e di rinforzo dell’ambiente di vita attraverso i metodi “life skills education” e “peer education”. Si tratta di diffondere un approccio educativo centrato sul potenziamento dei fattori positivi e teso a sviluppare le capacità personali in termini di autostima, auto efficacia e resilienza.

Fonti:corrierepl.it; Matteo Simone – Rassegna stampa vino, birra e altri alcolici del 3.12.15