Umanità, per i più una parola da deboli,
Solidarietà, per i più è una parola da deridere.
Amore, per i più è una parola da buonisti.

Ultimamente sento intorno a me un calore diverso, che alimenta alchimie verso coscienze comuni in una condivisione di uno spazio in un tempo, come una sottolineatura di una matita rossa sotto la parola cambiamenti culturali, poste da persone ricche di questi valori, che pongono come sintesi perfetta una domanda di umanità.

Queste parole per me hanno una vastità
assoluta di colori, quei colori che rendono la vita un dono da rispettare.
Sono parole forti che non si nascondono,
parole rivoluzionarie ancora oggi,
invadono l’anima colmando ogni profondità,
spogliandoci del nostro Io.

L’accoglienza è un orizzonte per trascendere ogni forma di egoismo, è uno specchio che mostra i nostri volti, è un atteggiamento che cancella quei confini con una gomma da matita.

Ci vergogniamo di usare queste parole,
ne prendiamo le distanze,
l’essere umano è alimentato dalla paura a trasformare orizzonti in confini,
unicità in diversità,
possibilità in problemi.

Avete mai provato ad aiutare qualcuno in difficoltà senza averne motivo?
È una sensazione che ti avvolge, io adoro farlo, mi eleva come essere umano, mi identifica culturalmente, e soprattuto crea vastità emotiva in me, dandomi la capacità di vedere oltre me stesso.

La riflessione e l’amore sono le uniche forze che usiamo per ambire ad essere sfacciatamente liberi. L’etichettare è il confine di menti deboli creato per giustificare là propria mediocrità.

Amore è quella parola che fa così paura,
perchè può scandire un valore
al posto di un vantaggio,
amore, Io la trovo semplicemente stupenda.

[Gionatah Di Maio – volontario club alcologici Caorle]