Resoconto di una serata speciale…

La sera di sabato 15 febbraio al Teatro Pascutto di S. Stino di Livenza, si è tenuto un concerto per pianoforte e violino su musiche di J. S. Bach che ha avuto come interpreti Fabrizia ed Enrica ed è stato organizzato dall’Acat Portogruarese.

Il Presidente dell’Acat Portogruarese Loris Allegro ha portato i saluti dell’Associazione ponendo l’accento sull’importanza dell’evento ed ringraziando per la presenza la presidente e la vice presidente dell’Arcat Veneto, ed il presidente dell’Aicat Nazionale. Un ringraziamento va anche all’Amministrazione Comunale di San Stino, che ci ha messo a disposizione gratuitamente la sala del teatro e ci ha assicurato anche la presenza al concerto, manifestandoci stima e ringraziandoci per l’attività che facciamo con la comunità locale.

Che dire se non con tre parole quello che è stato il concerto: arte, bellezza, empatia. Arte perché la musica immortale di Bach si è espressa in tutta la sua sconfinata grandezza, eseguita magistralmente dalle due musiciste. Bellezza perché ci ha fatto davvero trascendere e ci ha portato in un mondo superiore dove la musica superava tutti i confini di età, classe, istruzione. Empatia perché si è stabilita una stretta unione sta le musiciste ed il pubblico che seguiva attento e partecipe il filo della musica che si andava srotolando armoniosamente.

Fabrizia ci ho presentato il tema del concerto ovvero la misura: Misura che in arte è l’intervallo tra due stanghette e che Bach usa con grande rigore; ma misura è anche necessaria nella vita per non perdersi; per mantenere quella giusta sobrietà che ci rende la vita migliore. Quindi bellezza nella nostra vita, ricerca della felicità, ma anche momenti meno buoni in cui ci può essere sofferenza e dolore, ma mai tragedia e disperazione poiché si può sempre migliorare. Questo è il collegamento tra l’Acat e la musica.

Nel corso del concerto Fabrizia ci ha condotto attraverso i brani offrendoci nozioni tecniche semplificate: l’uso delle mani sulla tastiera, il ruolo del violino, cosa significa tono maggiore o minore e così via. Ci ha condotto a quello che ogni pezzo le faceva pensare: il canto d’amore di una madre, il colloquio affettuoso fra due coniugi, i giochi dei bambini, una serata di musica in casa Bach e tanto altro ancora.

E’ stato un vero successo, il pubblico che gremiva la sala (circa 340 persone) si è dimostrato attento e partecipe, ha applaudito dopo l’esecuzione di ogni singolo barano, ma alla fine ha tributato un lungo e affettuoso applauso alle due artiste che hanno ricevuto sinceri e molteplici complimenti anche una volta scese dal palco.

L’Acat, grazie a Fabrizia ed Enrica, ha dimostrato che si può fare bellezza con i fatti e non solo a parole.

E ora lasciamo la parola a Fabrizia…

Misura in musica è lo spazio che intercorre tra due stanghette.

Nella vita, prendere la misura, misurare, ci serve per evitare sbagli in cose banali come un parcheggio ma anche in scelte importanti e fondamentali. E Bach scrive calcolando ogni cosa, niente è lasciato al caso, prende la misura di ogni nota, prende la misura di cosa vuole fare, supera spazio e tempo e arriva fino a noi con una chiarezza di scelte misurate e costruttive che non possono lasciarci indifferenti per modernità di linguaggio e profondità di pensiero.

La misura delle sue composizioni si traduce in sobrietà, essenzialità nell’usare mezzi ed espressioni compositive che sono giusti, che ti stupiscono per l’ordine naturale delle note, perché le note sembrano scaturire direttamente da un progetto naturale che lui ha composto ma che appartiene a tutti, che dal nostro io nasce e al nostro io ritorna. Quanto mi conforta la sicurezza con cui Bach scrive Oratori, Concerti, Cantate raccontandoci che siamo parte di un tutto collegato e meraviglioso!

Mentre lo ascoltiamo, ci troviamo coinvolti in ogni situazione senza neanche rendercene conto, diventiamo protagonisti di sensazioni ed emozioni che scopriamo appartenere a tutti …

Con sette note trattate da Bach rimango a bocca aperta davanti alla costruzione di cattedrali, di orizzonti infiniti, di conversazioni silenziose con il nostro io più profondo, di serenità contagiosa e splendente, di forza e potenza benefica e protettrice…

Rimango colpita e affascinata dall’equilibrio delle linee melodiche che si muovono all’interno delle composizioni, dal rispetto che ogni parte ha per le altre parti, dal rigore sempre affettuoso che serve per dare chiarezza, come ogni nota appartiene a una misura, e ogni misura appartiene a una frase che a sua volta serve ad esprimere un concetto per arrivare a toccare cuori e cervelli…

Rimango colpita e affascinata dall’onestà con cui Bach tratta la musica, che non diventa mai celebrazione di se stessa, non si fa mai didascalica, non si erge ad atteggiamenti di superiorità, ma ha lo scopo di dare voce ai nostri sentimenti, di farci sentire orgogliosi nella condivisione di tanta bellezza.

La bellezza e la ricchezza della nostra Associazione, l’ACAT, ha le stesse caratteristiche. Obiettivi chiari, l’accoglienza generosa e gratuita, frutto di impegno e costanza, portata avanti con determinazione, è il motore che fa muovere le persone per costruire assieme, in ogni situazione, relazioni di fiducia e di crescita comune.

Assieme si prende la misura della vita, il rispetto e la condivisione sono le stanghette dentro le quali tutto trova un senso positivo, in momenti sereni come in quelli faticosi, dove, come succede per ogni nota, l’essere umano ha bisogno dell’altro, per diventare musica e non essere solo un suono.

Grazie a tutti! Tutta questa bellezza si ripeterà presto