Il 19 febbraio è stato l’ultimo giorno in cui ci siamo incontrati per fare Club: da allora, causa coronavirus, la nostra attività si è svolta via WhatsApp regolarmente ogni mercoledì. Si potrebbe pensare che la distanza fisica allenti i legami e che la nostra piccola comunità non potesse reggere alle rigorose regole che questa grave e dolorosa pandemia ci ha imposto.

Cosa è fare Club “ai tempi del colera”, per parafrasare il titolo di un noto romanzo. Io posso raccontare la nostra esperienza.

All’inizio non ci era ben chiaro a quali sacrifici saremmo stati sottoposti, si sapeva che i club erano sospesi, ma non immaginavamo la gravità e la durata di questa emergenza. La prima settimana tutti hanno usato la chat per comunicare stringatamente i giorni di sobrietà o un semplice “più 7”. Con il passare del tempo sono iniziate le prime foto di piatti gourmet, di lavori di bricolage, di piante fiorite per il primo giorno di primavera, un tripudio di uova pasquali decorate il tutto per mostrare momenti di vita quotidiana in tempi di reclusione.

Tuttavia questo non è sembrato sufficiente, da tutti è stata avvertita la necessità di condividere pensieri, sentimenti, anche preoccupazioni e incertezze che la vita ci porta, insomma fare club, rimpossessarci di tutto ciò che significa stare insieme uniti da un sentimento di solidarietà, di umana partecipazione. Così ci siamo sentiti più vicini gli uni con gli altri, abbiamo capito che anche a distanza la nostra piccola comunità c’era ancora e, data la duretta dei tempi, era forse più unita, più disponibile alla altrui comprensione con la speranza di ritrovarsi di persona, ma ben decisa a rimanere compatta anche a distanza.

Il Club virtuale di oggi si apre su una proposta che proviene da Fabrizia la nostra amica musicista del Club di Portogruaro: identificare con una parola come ci sentiamo in questo difficile momento e spiegarne il perché.

Camilla CONSAPEVOLEZZA: consapevolezza della mia fragilità, dell’importanza delle mie relazioni non solo affettive, consapevolezza che un giorno tutto questo finirà e ci sarà un risveglio… Una consapevolezza risvegliata.

Paola TRASCENDENZA: ho degli amici i libri, grazie alla loro compagnia trascendo la mia solitudine e questo mi aiuta a trascorrere in relativa serenità le mie giornate.

Claudio NATURA: ho la compagnia della natura quando esco a bagnare l’orto, in quei momenti, mentre per all’aperto, il tempo mi passa più velocemente.

Guglielmina ACCUDIRE: accudire gli altri: la mamma, il marito, i figli. La fa distrarre, sentire utile e le fa passare il tempo più velocemente.

Martina ANSIA: per quanti io possa essere positiva la mia ansia è dovuta al non sapere per certo come potrà andare avanti questa situazione, , la paura per il lavoro, il mutuo, la nostra famiglia. Non voglio essere negativa, ma se devo essere sincere questo è il mio pensiero.

Martina SPERANZA: Un augurio a tutti che le cose vadano bene e che questo periodo possa essere solo un brutto ricordo.

Consuelo TRISTEZZA: Sento molto la solitudine, la mancanza di mio marito e il non poter stare con le mie sorelle. Mi vengono tristi pensieri, ma mai al suicidio o al bere; stare in casa da soli è molto dura. Mi mancate tutti.

Emma e Livio IMPERARE, ATTESA: imparato che si può anche fare a meno di qualche cosa che manca in casa. Attesa perché sembra di stare trattenendo il respiro finchè tornerà ad essere tutto come prima, ma non sarà così.

Enrico SFIDUCIA: sono sfiduciato , a mesi di distanza dalla novità del corona visus mancano ancora i dispositivi di protezione individuale per i lavoratori ed i civili. I Paesi che hanno avuto l tempo per prepararsi a questa pandemia…puntualmente non si sono preparati. Per non parlare dell’informazione molto spesso basata solo sull’indice di ascolto. Direi che la situazione è sconfortante anche per chi vede il bicchiere mezzo pieno. A presto.

Gianni TRANQUILLITÀ: io sono contro corrente e dico tranquillità …perché comunque la mia vita non ha avuto grandi cambiamenti con questa emergenza. Io continuo a lavorare, al lavoro è tutto più calmo e tranquillo, non c’è fretta, le strade sono libere senza traffico…Soprattutto non mi faccio influenzare dai pensieri negativi e catastrofici che i media stanno cercando di inculcare a tutti. Ogni tanto spegnete la TV …quello è il primo virus… e godetevi queste giornate senza troppi pensieri. Bisogna essere positivi sempre, io lo ho imparato da poco, ma ho visto che funziona.

Maria FELICITÀ: in questo periodo la mia vita è un po’ cambiata, faccio tutto con più calma, ho più tempo per la mia passione l’uncinetto e faccio cose che mi danno felicità.

Nicola FELICITÀ, TRISTEZZA: sembra strano, ma questo stop che striamo vivendo a me è servito molto, forse è meglio così. Prima era tutto frenetico, ora che siamo fermi ho scoperto la semplicità di affrontare le giornate: lo star bene con la mia famiglia, scoprire il bello di mio figlio, vedo che è felice che il papà e la mamma siano a casa con lui. Comunque spero di poter tornare presto al lavoro, si parla di riaprire il 4 maggio. Buona serata a tutti, speriamo di rivederci presto: super festa quando ci rivediamo e mi raccomando con i dolci.

Fiorella, Giorgio, Angelo SENSO DI VUOTO: il primo sentimento è l’assenza della mamma che è venuta a mancare da poco e ha lasciato un grande vuoto; in secondo luogo la preoccupazione per quello che sta succedendo e l’incertezza per il futuro: occupano il tempo sistemando casa e la cura dei loro cani li distrae dai cattivi pensieri.

Loredana AUSPICIO: spera che l’emergenza finisca presto. Se la passa abbastanza bene, continua dal terrazzo a parlare con i vicini di casa e così non si stente tanto isolata. Ha un solo dolore il fatto che suo figlio in questo periodo non può vedere il suo bambino. Anche lei come tutti noi avverte forte la mancanza del Club fatto di persona, non vede l’ora che ci si riunisca e faremo una grande festa.

Camilla: volevo aggiungere solo una cosa per Enrico: i datori di lavoro, che tanto premono per riaprire, devono garantire ai dipendenti dispositivi di sicurezza personale e sanificazione degli ambienti al fine di garantire condizioni di lavoro sicure. So che nelle fabbriche non è facile, soprattutto mantenere le distanze di sicurezza, ma è una precauzione che va presa. In fabbrica ho lavorato per ben 32 anni, se fossi ancora al lavoro pretenderei i mezzi di protezione, non si aspettino sempre tutto dallo Stato… So quanto sia difficile far valere i propri diritti l’ho sperimentato di persona e a caro prezzo, ma credo che i lavoratori debbano trovare unità e solidarietà per tutelare la propria e l’altrui salute.

Camilla: credo che sfiducia, ansia, solitudine e preoccupazione, a fasi alterne, alberghino in ogni uno di noi. Secondo me, bisogna fare come dice Gianni: regalarci momenti di tranquillità annullando i cattivi pensieri e ricercando ogni uno quello che può darci serenità e fiducia nel domani…Nella storia, i nostri genitori e nonni hanno attraversato momenti anche peggiori (noi non abbiamo fame, freddo, bombe sopra la testa, figli strappati alle proprie famiglie) e ce l’anno fatta. Ne usciremo anche noi, dobbiamo avere fiducia e pazienza, senza perdere mai la speranza…e non dimentichiamoci che striamo bene e non è poca cosa.

Paola: carissimi ho sentito in alcuni di voi sensazioni di sofferenza e in qualche caso di rabbia sottostante. Io vivo da solo, alcune volte passano giorni in cui non parlo con nessuno. Ma ho preso atto della situazione e ho trovato quella tranquillità di cui parla Gianni grazie ai miei libri, ai film che sono le risorse che mi riempiono la giornata. Ogni uno di noi ha qualcosa che gli piace fare: dedicatevici come fa Maria. So che l’incertezza del futuro (quando ci ritroveremo con i nostri cari, che ne sarà del lavoro, potrò pagare il mutuo) crea ansia, ma dobbiamo credere tutti fermamente che le cose si sistemeranno. La vita deve riprendere e se facciamo buon gioco da tutta questa esperienza ne usciremo migliori, più attenti ai bisogni umani, più solidali, più consapevoli dei problemi naturali. Un abbraccio a tutti.

Rosanna servitrice insegnante COMMOZIONE: premetto ovviamente tra infinite e indefinite emozioni. Però faccio mio il pensiero di Paola (trascendo con la lettura), quello di Gianni (spengo la TV e mi godo certi silenzi), quello di Camilla (che ci ricorda altri momenti ultra difficili superati dai nostri genitori o nonni e poi sottolinea l’importanza della salute). Non mi manca neppure la paura per questo nemico invisibile (mi ammalerò, si ammalerà qualcuno a me caro), per l’incertezza economica e sociale (riapriranno le scuole a settembre, quando i Club potranno di nuovo incontrarsi, a teatro si potrà ritornale, quando rivedrò i miei amici…) l’incazzatura per le ingiustizie (mandare al lavoro senza protezione, chiaro regalo ai “padroni” a rischio dei lavoratori e delle loro famiglie) disgusto per inammissibili beghe e pochezze politiche per certe pericolose cecità ed egoismi dell’Unione Europea…Ma non ostante tutto il sentimento chiaro e forte che prevale in me è LA COMMOZIONE!!!e correttezza di tantissimi lavoratori

Si LA COMMOZIONE

Per la professionalità, umanità e dedizione di tantissimi medici, infermieri, volontari, vicini di casa che si aiutano… Per i tanti medici in pensione rientrati al lavoro! Per la serietà, di tantissimi lavoratori: forze dell’ordine, commesse, elettricisti, idraulici, insegnanti… Per la solidarietà di Paesi poveri come l’Albania e Cuba, a anche della Cina… Per la stragrande maggioranza degli italiani che è rimasta a casa e che rimane a casa da più di un mese. Per le tantissime donazioni fatte da persone semplici, senz’altro non ricche. Per l’impegno del nostro gruppo Club per mantenere i contatti, per sostenerci a darci fiducia…

Insomma

COMMOZIONE PER LA TANTISSIMA BELLEZZA UMANA CHE STO VEDENDO E VIVENDO.
In calce va detto che ogni membro del Club ha dichiarato i propri giorni di sobrietà ed è andato tutto bene.

Paola Geretto